L’IMPAZIENZA DI OGGI

settembre 2nd, 2012

Il nostro stile di vita è caratterizzato  da una forte spinta utilitaristica e da un individualismo sfrenato. Ciò si proietta sul nostro modo di consumare: il consumo di oggi a volte più che essere dettato dall’esigenza di soddisfare concreti bisogni, è spinto da una passione divoratrice rivolta a generare un godimento immediato ed irrinunciabile. Si delega al consumo la soddisfazione immediata di ogni nostro bisogno.

L’acquisto compulsivo, nei centri commerciali o altrove, fatto da ognuno di noi, genera un sollievo immediato paragonabile al sollievo fornito da una sigaretta per i fumatori: un conforto fine a se stesso, privo di benefici concreti.

L’attuale modello di consumismo, ovvero ciò che conta è consumare tutto il resto è secondario, può essere accolto ed accettato solo da una comunità desiderosa di benefici immediati, impaziente, con prospettive di breve periodo: oggi me la godo domani si vedrà.

Come si è visto nella sezione Natura ed essere umano, però, qualsiasi specie ha la finalità della sopravvivenza e in un ottica evolutiva è premiante porsi obiettivi di medio–lungo periodo, piuttosto che ricercare solo un beneficio immediato.

La gratificazione istantanea ed immediata ottenuta attraverso il consumo ha svilito gli ideali del lungo periodo e della totalità. Non esistono più valori per i quali sacrificarsi ed impegnarsi. Tutto diventa incerto e provvisorio, inclusi i legami affettivi (Zygmunt Bauman).

Solo chi guarda al futuro ha un atteggiamento positivo e costruttivo verso la vita; al contrario chi pensa solo al presente è privo di ideali.

Ognuno di noi è influenzato da questo sistema economico che necessita di essere alimentato di continuo da un consumo frenetico; l’individuo bombardato dai mass-media si crea dei bisogni al solo ed unico scopo di alimentare il consumo avido per consentire al sistema di autoalimentarsi; ciò fa sì che il singolo sia portato alla continua ricerca della soddisfazione immediata, i propri bisogni (non sempre reali, ma spesso creati ad hoc per soddisfare la propria avidità) devono essere soddisfatti subito, non si può aspettare!

Nella società di oggi si è persa la pazienza, si pretende tutto subito.

Il consumo frenetico/compulsivo altera poi quei delicati equilibri fisiologici riguardo ai tempi naturali delle nostre esistenze, il mancato rispetto dei tempi naturali porta allo stress, alle nevrosi ed alla follia.

Valutare più rilevante la soddisfazione di un beneficio immediato può portare a risultati estremamente negativi: e allora si vede l’imprenditore che considera più importante realizzare profitto piuttosto che valutare l’impatto ambientale della sua attività; si vedono persone alla ricerca di strade più facili e rapide per soddisfare i propri bisogni magari a scapito del rispetto della propria dignità o di quella altrui; giovani che privilegiano la ricerca dell’affermazione in campo mediatico piuttosto che dedicare la propria gioventù allo studio ed alla formazione culturale in grado di fornire più probabilità di successo, però nel lungo periodo, non nell’immediato.

L’impazienza e la continua ricerca di benessere immediato alimentano la prevaricazione, le condotte illegali ed irrispettose del prossimo; si consolida la convinzione che sia più importante il risultato rispetto al modo in cui raggiungerlo.

Una famosa ricerca scientifica sulla mente umana condotta dallo psicologo Walter Mischel presso la Stanford University nel 1972 è giunta a conclusioni interessanti. L’esperimento consisteva nel fornire ad un gruppo di bambini di quattro anni un marshmallow a testa: essi potevano mangiarlo subito, ma se riuscivano ad attendere 20 minuti senza mangiarlo, ne avrebbero ricevuto un secondo in premio. Risultato: la maggior parte dei bambini non resistette. Qualche anno dopo, si controllò il rendimento scolastico di questi bambini e si vide che coloro che si erano mostrati più pazienti durante il test, tanto da meritare un secondo marshmallow, erano anche i più bravi a scuola, avendo ricevuto un punteggio assai superiore a coloro che avevano ceduto alla tentazione. Tra i bambini che resistettero solo uno o due minuti vi è stato il più alto tasso di tossicodipendenti e di persone che hanno avuto problemi con la giustizia. Sono persone che non riescono a mantenere le loro amicizie e che non sanno gestire lo stress.

Lo sforzo che dovremmo fare tutti noi è quello di trovare uno stile di vita più rispettoso dell’essere umano, delle sue reali esigenze, in grado di generare un equilibrio armonioso dei tempi naturali di ogni uomo. Il rispetto dei tempi naturali, nostri, fisiologici, porta alla consapevolezza di noi stessi come individui e come membri di una collettività. Questa consapevolezza favorisce una riduzione dell’atteggiamento prevaricatore ed il prevalere della ricerca di benefici/bisogni di lungo periodo.

Tutto ciò si rifletterà nei rapporti tra gli individui, tra individui e Stato e tra individui e impresa.

Il punto più elevato della soddisfazione del beneficio di lungo periodo è la difesa e la tutela della Natura, nostra casa ospitante.

Società Partecipativa